08 Mar
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8 Marzo- Giornata Internazionale della Donna

L’8 marzo è la data universalmente riconosciuta come la Giornata Internazionale della Donna, giornata istituita per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche raggiunte dalle donne, ma anche le discriminazioni di cui sono state e sono ancora oggi oggetto nel mondo. La prima Giornata Nazionale della donna venne celebrata il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti su iniziativa del Partito Socialista Americano, a seguito dello sciopero di migliaia di camiciaie newyorkesi avvenuto l’anno prima, per rivendicare migliori condizioni di lavoro nelle fabbriche.

Il riconoscimento ufficiale da parte delle Nazioni Unite è avvenuto nel 1977, anno in cui i Paesi del mondo vengono esortati a comprendere la situazione della Donna e a celebrare questa giornata.

Con il passare degli anni, l’8 Marzo è diventato il simbolo della discriminazione di genere e della ricerca di parità da parte delle donne. L’obiettivo era, ed è tutt’ora, quello di far sentire sempre di più la loro voce, sia a livello lavorativo che privato, avanzando richieste di maggiore coinvolgimento e partecipazione in società.

I temi affrottati dalla lotta femminista si sono evoluti e modificati nel corso della storia. Dagli sfruttamenti sul posto di lavoro, alla richiesta di partecipazione al diritto di voto, alla volontà della libertà di scelta, ad un più profondo bisogno di riconoscimento di pari opportunità lavorative, fino alla rivendicazione di potersi autodeterminare, le donne sentono la necessità di combattere per i propri diritti.

In Italia, non sono poche le donne che da anni si battono per la causa femminile, con lo scopo di vedere realizzati e confermati tutti quei diritti che con fatica sono stati raggiunti. L’anno appena trascorso è stato segnato da figure femminili di rilievo, che tramite le loro azioni e iniziative hanno posto l’accento sulla figura della donna in società.

In un articolo di Luce, progetto editoriale de La Nazione, il tema delle donne più influenti del 2023 viene così introdotto: “Ce ne sarebbero troppe da citare, ognuna che, a modo suo, ha segnato il corso della storia di quest’anno, in piccolo e in grande, segnando un prima e un dopo”.

Da Michela Murgia, a Paola Cortellesi, alle sorelle Cecchettin a livello italiano; per poi spostarsi alla calciatrice spagnola Jennifer Hermoso e al premio Nobel Narges Mohammadi sul piano internazionale.

Queste donne sono solo alcuni esempi dell’impegno sociale femminile avvenuto nel 2023. Michela Murgia, lasciando un grande vuoto negli animi di chi spera nel cambiamento, ci ha insegnato che la libertà di espressione e l’attenzione ai temi della famiglia in tutte le sue sfaccettature, della maternità, della non maternità per scelta, del genere, devono essere requisiti fondamentali per una società paritaria.

Paola cortellesi, con il suo film “C’è ancora domani”, denuncia, con i suoi modi delicati e allo stesso tempo pungenti, la violenza domestica, e la continua ricerca di rivalsa personale, di tutte le donne che in piccolo, o in grande, vedono negati i propri diritti.

Le giornate intorno al 25 novembre sono state segnate dalla morte di Giulia Cecchettin e dalla conseguente presa di parola della sorella Elena, che senza orpelli, ha spostato il tema della violenza di genere e del femminicidio, su un piano socio-culturale, come forse mai prima d’ora. La negazione dell’esistenza del “mostro”, del “pazzo’’, e l’affermazione di un modus operandi tipico di un sistema patriarcale, sono stati la chiave della comunicazione mediatica che ne è seguita, con l’esortazione a combattere le dinamiche di possesso e di prevaricazione, di cui tutt3 siamo colpevoli e contemporaneamente inconsci.

Nell’ambiente calcistico, ancora fortemente stereotipato nei confronti della partecipazione femminile, Jennifer Hermoso non si è tirata indietro nel dichiarire il suo disappunto davanti a un bacio non consensuale da parte del presidente della Federcalcio spagnola, Luis Rubiales. Un esempio, questo, di grande coraggio, nel condannare un atteggiamento inappropriato e maschilista, dove il consenso non viene richiesto ma dato per scontato. La calciatrice, con forza, ha resistito alle vessazioni da parte della federazione spagnola che cercava di mandare in sordina la questione, ottenendo invece sostegno da parte della FIFA con la sospensione di Rubiales.

La situazione della Donna non è la medesima in tutto il mondo: le donne lottano per motivi diversi, alcune addirittura rischiano la vita per aver indossato l’hijab in maniera errata. Per queste donne si batte da 25 anni Narges Mohammadi, vincitrice del premio Nobel per la pace 2023. Nonostante la condanna a 31 anni per i suoi ideali sociali e politici, non ha mai lasciato perdere la causa, e tutt’oggi continua ad essere la portavoce delle donne Iraniane anche da dietro le sbarre. La Leonessa dell’Iran, così chiamata dalle donne del suo Paese, dice con fermezza “più ci rinchiudono più diventiamo forti”.

E’ importante non dimenticare mai l’origine e i motivi che hanno spinto le donne a volersi emancipare da una posizione di subordinazione, accettare l’esistenza della disparità di genere per poterla affrontare e combattere tutt3 insieme. E’ altrettanto importante non dimenticare i passi fatti fino ad ora, i progressi e i riconoscimenti ottenuti, affinché non vengano più messi in discussione.

FONTI:

https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/festa-della-donna-perche-si-festeggia-8-marzo

https://luce.lanazione.it/attualita/donne-anno-2023/